La pianta che produce il pepe nero è originaria dell’India e dell’Asia tropicale e dà vita a questa spezia dal sapore forte e pungente. Ama il clima tropicale umido ed è un rampicante perenne sempreverde, in grado di crescere fino a 10 metri di altezza. Richiede un’ombra leggera e si nutre dell’humus forestale presente in superficie che prospera nelle foreste che costeggiano la costa orientale del Madagascar. All’inizio le bacche sono verdi, poi via via che maturano diventano rosse e infine marrone scuro. Vediamo quale varietà scegliere e come usarlo in cucina.
Le varietà del pepe nero
Le varietà del pepe nero sono molteplici. Il Piper Nigrum è quella più comune. Proviene dall’India del Sud e ha un sapore dolce e piacevole, ma allo stesso tempo molto pungente. Il pepe Lampong, invece, viene dall’Indonesia ed ha una piccantezza agrumata abbastanza delicata. O ancora tra le varietà del pepe nero spicca quello brasiliano che si caratterizza per essere particolarmente penetrante. Altri tipi di pepe nero sono il pepe Lampong del Sumatra, il Sarawack tipico della Malesia o il Talamanca dell’Ecuador. Generalmente si può dire che, a seconda del clima e del mondo in cui queste varietà di pepe nero vengono raccolte, sviluppano un retrogusto e un sapore differente.
Il pepe del Madagascar
Il pepe del Madagascar commercializzato da Mamasili è una delle spezie di punta del Paese ed è uno dei più rari e particolari. Qui la pianta fiorisce due volte all’anno, da luglio a settembre e poi da gennaio a marzo. I grappoli iniziano a formarsi tre mesi dopo la fioritura. In commercio esistono tre forme di pepe del Madagascar. Oltre a quello nero, ci sono anche quello verde e quello bianco che possono provenire dallo stesso appezzamento di terreno. Il pepe verde, infatti, viene raccolto 4 o 5 mesi dopo la fioritura, ovvero verso maggio e giugno. Il pepe del Madagascar nero viene raccolto 7 mesi dopo la fioritura, mentre quello bianco dopo 9 mesi. Il pepe bianco ha un sapore simile a quello nero, ma manca della parte pungente. Per questo è giusto per le salse chiare e per preparare il brodo. Il pepe verde è invece più piccante e aromatico, mentre quello nero è più forte e pungente e va bene su qualsiasi piatto.
Le proprietà del pepe nero
I grandi benefici del pepe nero sono ben noti fin dall’antichità. Già in Grecia prima del IV secolo a.C. infatti, veniva consigliato da Ippocrate unito ad aceto e miele per agire come antidolorifico. Ad oggi una delle sue proprietà più note è legata alla digestione. L’alto contenuto di piperina, che è la molecola che gli dà il caratteristico sapore piccante, permette al corpo di digerire meglio le proteine e tutti gli alimenti che tendono a causare indigestione, stitichezza, diarrea o acidità di stomaco. Inoltre il pepe nero favorisce la corretta assimilazione del cibo e tramite la sudorazione contribuisce al rilascio delle tossine dal corpo, rappresentando un ottimo alleato per perdere peso. A ciò si aggiungono le proprietà antibatteriche che lo rendono un buon rimedio naturale per combattere tosse, raffreddore e per sciogliere il catarro. Infine, secondo alcuni studi, il pepe nero aiuterebbe a contrastare la depressione, aumentando la funzione cognitiva del cervello che lavora sul benessere mentale.
Il pepe nero in cucina
Il pepe nero in cucina è molto usato anche in Italia, ma la fa da padrone in paesi orientali come l’India o la Cina. Si sposa bene con tutti i piatti salati che siano a base di pesce, verdure, cereali o carne. Nel nostro Paese è noto per accompagnare la pasta cacio e pepe, ma anche per creare dolci sfiziosi come il panpepato. Inoltre il pepe nero in cucina è ottimo negli infusi e nei decotti alla curcuma.